La partecipazione attiva alla liturgia.
Dalla Mediator Dei alla Sacrosanctum concilium

Enrico Mazza

Abstract

Mediator Dei et hominum is a text absolutely theological, even if considers and debates the possibility of some reformation of the liturgy. The starting point is the idea of the priesthood of Christ. For this reason the liturgy is an action celebrated from the priest only, instead the people take part in the act of offerre and then he is only offering. According to Sacrosanctum concilium, whose nature is neither systematic nor deductive, the liturgy is a celebration of the congregation and the priest presides over this church. The aim of the liturgical reformation is the Actuosa participatio of the faithful but, according to the Council, the object of this “participation” is the Mystery of faith, through the rites and prayers, not the rite and the prayer as such, in itself. That is to take part in the dead and the resurrection of Christ: this is the new point of view of the Vatican Council about the Actuosa participatio.

Sommario

La Mediator Dei è un documento è squisitamente teologico, pur entrando nell’ipotesi di alcune riforme. Come punto di partenza di tutta la sua argomentazione, l’enciclica pone il sacerdozio di Cristo, per cui tutta l’opera della redenzione operata da Cristo è concepita come un’azione sacerdotale. Da qui deduce che la liturgia è azione sacerdotale ossia dei sacerdoti, mentre i fedeli partecipano nell’offerre. La costituzione Sacrosanctum concilium non ha carattere sistematico deduttivo e tratta la liturgia come celebrazione della comunità presieduta dal sacerdote. La prospettiva è la partecipazione attiva (scopo di tutta la riforma) ma non ai riti e preghiere, come precedentemente, bensì al Mistero della fede attraverso i riti e preghiere. Ossia partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo. Questa è la novità del Vaticano II sulla partecipazione attiva.

Enrico Mazza, già docente di Liturgia nella Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica (Milano); nello Studio teologico di Reggio Emilia; e nell’Istituto liturgico del Pontificio ateneo S. Anselmo.